La crisi economica che colpisce la Fabriano di Oggi e quelle del passato.
Personalmente penso, che questa sia una crisi di sistema e non temporanea. Oggi forse tutti si stanno rendendo conto, che in Europa, per le divisioni e i veti, soprattutto dei paesi rigoristi, la crisi continua a fare molti danni. Devo ricordare che in Spagna il tasso di disoccupazione, nel primo trimestre di quest’anno, è salito al 27, %. Non è la prima volta che la nostra città e il nostro paese subiscono una grave crisi, penso sia utile imparare dagli insegnamenti del passato. Una grande crisi, che colpì la nostra Città, fu quella dopo il 1500. Prima di quel periodo Fabriano, come ci ricordava P. Giovanni Scievolini, aveva una numerosa comunità di mercanti, imprenditori, operai e artigiani. I mercanti fabrianesi sfruttavano le vie commerciali fiorentine, veneziane verso il nord dell’Europa e anconetane verso il Mediterraneo. La Repubblica di Ancona, grazie alla sua antica e millenaria alleanza con l’Impero Bizantino, aveva potuto sviluppare una vasta rete commerciale con consolati e fondachi (alloggi magazzini), che oltre alle città del Mediterraneo, arrivava via Costantinopoli anche a Costanza e a Trebisonda nel Mar Nero, da lì si arrivava via terra ad India e Cina. Nell’Archivio di Stato di Ancona, ci sono molti documenti di ciò, come quello nella sezione Notarile Ancona, notaio V. Ortoni, v.930,1584, cc 218-219, dove si parla della “S. Trinità” in partenza da Ancona per Costantinopoli, con un carico di carta prodotta a Fabriano per il Levante. Poi gradualmente, dopo la scoperta dell’America (1492), il Mediterraneo perse la sua importanza commerciale. I popoli dell’Europa settentrionale, come i Fiamminghi e i Tedeschi, poiché rifornivano le imprese di Spagna e Portogallo per sfruttare l’America, ne divennero creditori e presero il controllo dei loro traffici. Come conseguenza di ciò, a Fabriano non si vendeva più niente, le fabbriche chiusero, gli imprenditori e i mercanti si dedicarono ad attività finanziarie e usura, o si trasformarono in proprietari terrieri. Arrivò la povertà e la fame. Gli operai si trasformarono in braccianti agricoli o i più fortunati in mezzadri. La soluzione per uscire dalla crisi per me e quella di creare un mercato turistico di alta fascia proveniente da paesi come Cina, Stati Uniti, India, Brasile, ne abbiamo le potenzialità. Se si fa ciò, si favorisce anche lo sviluppo dell’artigianato, l’agricoltura e il terziario. Generando lavoro e ricchezza.
Paolo Carnevali
(Pubblicato su Geronimo del 2 maggio 2013)
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Arcangelo Marcellini ha detto:
Fino a qualche anno fa tutti zitti e chiotti, adesso ognuno sfodera la propria ricetta del successo. Scusate, ma perchè tutto ‘sto genio non l’avete profuso prima ? avremmo evitato l’encefalogramma piatto ch’è la cosa più tragica della situazione attuale di Fabriano ! Cmq, fa bene chi si dà da fare e non chi ci dice cosa si deve fare. Auguri a questi fabrianesi, con tutta la Regione, l’Italia, l’Europa, il Mondo.
paolocarnevali ha detto:
Le mie “ricette” è da diversi anni che le propongo, non ritengo di avere sempre ragione, ma di una cosa sono sicuro, le “ricette” messe in pratica dai nostri governanti in questi ultimi anni non hanno dato i risultati da loro tanto sbandierati, anzi in alcuni casi sono state controproducenti, allora perché non cambiare?
Arcangelo ha detto:
E’ indubbio che bisogna cambiare, pe’l semplice motivo che la ricerca di nuovo fonti di pensiero porta la speranza di trovare quella giusta. Ed invce no, da noi ci si ostina a mantenere in auge chi fa la ruota del pavone da 64’anni e ad allontanare come l’appestato chi sostiene questo cambio di marcia.