• About

fabrianoculturale

~ Culture and history shows what you are.

fabrianoculturale

Archivi Mensili: gennaio 2014

Un Libro su due grandi personaggi del Duecento, San Francesco e Federico II

30 giovedì Gen 2014

Posted by paolocarnevali in Uncategorized

≈ Lascia un commento

Cimabue Saint Francis Fragment
Palazzo Reale di Napoli - Federico II

Verso la fine del 2013 è uscito il libro di Vito Telesca dal titolo “Francesco e Federico due giganti allo specchio”. Nel libro, commercializzato tramite il circuito La Feltrinelli, s’illustra la storia questi due grandi personaggi del Duecento italiano. L’autore è il Direttore di Storia Meridiana, costituente di Manifesto Cultura, scrittore e studioso di storia medievale. Le storie di questi due grandi personaggi nel libro si avvicinano s’intrecciano e si allontanano e poi si riavvicinano continuamente, come lo sviluppo di due piante di Viti, che sono vicine tra loro con i loro grappoli d’uva e che non seguono una via lineare ma tortuosa. Non sempre la facile e lineare strada è quella migliore. Posso paragonare il Libro a un viaggio, del resto sia San Francesco sia Federico II erano sempre in movimento, amavano viaggiare e si spostavano continuamente per conoscere e capire tutto ciò che li circondava. Era soprattutto un modo per accrescere, chi la propria fede, chi la propria influenza, ma anche un modo per maturare e migliorare. Del resto un viaggio l’ha anche intrapreso Vito Telesca nello scrivere il libro. Un viaggio di ricerca e di studio che ha toccato i luoghi dove la loro presenza è stata più forte. Questo viaggio ha compreso: Assisi, Perugia, Foligno, Spoleto, Capua, Melfi, Lucera, Foggia e la Sicilia. Il libro fa comprendere come il pensiero, questi due importanti personaggi, ha influito nelle grandi trasformazioni della società medioevale. Le figure storiche di Federico e Francesco erano molto diverse, ma con molti punti di contatto, in particolare sul modo di confrontarsi con la società del loro tempo. Ci sono argomenti toccati nel libro, che sono tuttora attualissimi; si pensi alla Scuola Pubblica o alla solidarietà verso i più poveri. Argomenti attuali, pensiamo alle manifestazioni studentesche per la difesa della scuola pubblica, infatti, bisogna ricordare che l’Università di Napoli, fondata da Federico II, è la prima università laica del mondo. Oppure possiamo pensare ai drammi della povertà, che fino a pochi anni fa sembrava impossibile che si potessero verificare nel nostro Paese, e il messaggio di solidarietà di San Francesco in questi tempi appare più chiaro.  L’autore di questo libro Vito Telesca mi aveva chiesto di scrivere un capitolo del libro su Padre Raniero confessore fabrianese di S. Francesco. Nello scriverlo, ho parlato di un argomento spesso tralasciato dai numerosi libri scritti sul Santo, ma che ha delle solide basi storiche: Il legame tra San Francesco e Fabriano. La figura del Santo non è legata solo a Fabriano ma anche a tutte le Marche, questa Regione sembra che sia stata tra quelle che dall’inizio o forse per prima, ha accolto con entusiasmo il messaggio francescano, e il Santo di Assisi. Tesi per la verità non solo mia, infatti, basta leggere quanto scriveva il professore e futuro Senatore a vita Carlo Bo, nell’introduzione del Libro “Con S Francesco nelle Marche” Pepi Merisio BOLIS 1982. Ritornando al Libro “Francesco e Federico due giganti allo specchio”, ne ho scritto gratuitamente un capitolo, in parte per mettermi alla prova come scrittore, in parte per dimostrare che la promozione culturale del territorio si può fare anche con pochi mezzi. Non c’è bisogno di pagare manager con cifre astronomiche. Questi soldi servono per mettere in sicurezza, restaurare, preservare il nostro patrimonio culturale, ma anche per dare uno stipendio dignitoso ai professionisti della Cultura, come ad esempio agli archeologi e ai restauratori.

Paolo Carnevali

Licenza Creative Commons Quest’ opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.

Annunci

Elisabetta Trebbiani , espadachín y poeta de Ascoli vinculada a Fabriano .

28 martedì Gen 2014

Posted by paolocarnevali in Uncategorized

≈ Lascia un commento

Immagine

Elisabetta Trebbiani , espadachín y poeta de Ascoli vinculada a Fabriano .

En 1410, la 10 de enero murió Livia Chiavelli , noble poeta de Fabriano según lo informado por el prof. Oreste Marcoaldi en su libro ” Guía para la Estadística y la ciudad y la ciudad de Fabriano ” (recientemente reeditado gracias a Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano y Cupramontana a Fedrigoni Spa, Artes Gráficas ” Gentile” Fabriano, Fundación Gianfranco Fedrigoni y Archivos Ramelli , Centro Studi Don Giuseppe Riganelli y con el aporte fundamental de uno de los más importantes Fabriano histórico e intelectual , Giancarlo Castagnari ), . Prof. Marcoaldi escribió que era hermosa y de excelente talento, que era un gran poeta italiano , se quede sólo dos sonetos, uno de su gran amigo y poeta era ElisabettaTrebbiani de Ascoli . ElisabettaTrebbiani , además de ser un gran poeta era un gran espadachín, del siglo XIV Gacinto Carboni Cantalamessa, en el libro ” Memorias en torno a los escritores y artistas de la ciudad de Ascoli Piceno ” cuenta la historia de esta mujer extraordinaria . Su familia era muy importante , de hecho, era la hija de la familia Meliaduso Trebbiano d’ Ascoli , el alcalde de Florencia, en el período del duque de Atenas. Elisabetta Trebbiani tenía un marido adicto a las armas, llamada Paolo Grisanti , y para que ella sea su lado durante el peligro, le siguió en la noche por las calles de la ciudad de Ascoli , protegiéndolo de sus enemigos , por su habilidad en el uso de armas era a menudo superior a la mayoría de los hombres que se pusieron en contra. Una noche, mientras caminaba por la ciudad con su marido, ella resultó herido durante una pelea , a pesar de este hecho, ella continuó para dar la vuelta “en la ropa de los hombres y armados”. En ella, había dos elementos en conflicto , la dulzura y la fuerza. Era un guerrero feroz y mortal , pero también amaba la poesía, de todos sus poemas se encontró sólo un soneto dirigido a su amigo y poeta de Fabriano, Livia Chiavelli . Parece extraño encontrar en ese período, no sólo en Italia sino también en Europa , una mujer con una familiaridad tal con armas , sino también encontrar en la misma persona , un gran amor por la poesía.

Paolo Carnevali ( desde Geronimo 26 de diciembre 2013 )

Licenza Creative Commons Quest’ opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.

Ascoli e Fabriano; Elisabetta Trebbiani,spadaccina e poetessa di Ascoli legata a Livia Chiavelli di Fabriano

28 martedì Gen 2014

Posted by paolocarnevali in Uncategorized

≈ Lascia un commento

Immagine

Premessa dell’autore:

Quando inviai questo articolo a Geronimo, commisi la mancanza di inviare una bozza con degli errori, al posto della versione finale, per questo mi scuso qui con il lettori di questo l quindicinale della zona montana. Questa versione qui riportata è quella corretta. In ultimo lancio una proposta, perché non intitolare la Caserma Clementi di Ascoli a un grande personaggio del luogo: “Caserma Elisabetta Trebbiani”

 

Elisabetta Trebbiani, spadaccina e poetessa di Ascoli legata a Fabriano.

 

Nel 1410 e precisamente il 10 gennaio come ci riferisce il prof. Oreste Marcoaldi nel suo libro “Guida e Statistica della Città e del Comune di Fabriano”( recentemente ristampato grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana alla Fedrigoni S.p.a.,Arti Grafiche “Gentile” Fabriano, Fondazione Gianfranco Fedrigoni e l’Archivio Ramelli, il Centro Studi don Giuseppe Riganelli e con il contributo fondamentale di uno dei più importanti storici ed intellettuali fabrianesi, Giancarlo Castagnari) moriva Livia Chiavelli, nobile poetessa di Fabriano. Il prof Marcoaldi scriveva che era bellissima e di eccellente ingegno, fu una grande poetessa italiana, di lei rimangono solo due sonetti, una sua grande amica e poetessa era Elisabetta Trebbiani di Ascoli. La Trebbiani oltre ad essere una grande poetessa e un’ottima spadaccina nel Trecento, Giacinto Cantalamessa Carboni, sul libro “Memorie intorno ai letterati e gli artisti della città di Ascoli nel piceno” ci racconta della storia di questa donna straordinaria. La sua famiglia era molto importante a quei tempi, infatti, era la figlia di Meliaduso d’Ascoli della famiglia Trebbiani, podestà di Firenze nel periodo del duca d’Atene. Elisabetta Trebbiani aveva un marito dedito alle armi, chiamato Paolino Grisanti, e lei per essergli al fianco durante il pericolo, lo seguiva anche di notte per le vie della Città di Ascoli, proteggendolo dai suoi nemici, poiché la sua abilità nell’uso delle armi spesso era superiore alla maggior parte degli uomini che le si mettevano contro. Una notte mentre era in giro per la Città con il suo consorte fu ferita durante una rissa, nonostante ciò si riprese e continuo andare in giro “in abito virile ed armata”. In lei erano presenti due elementi contrastanti, la dolcezza e la forza. Era una guerriera spietata e letale, ma amava anche la poesia di tutte le sue composizioni poetiche è stato ritrovato solo un sonetto indirizzato alla sua amica e poetessa di Fabriano, Livia Chiavelli. In quel periodo a Fabriano al contrario del resto d’Italia c’erano diverse poetesse, cosa strana per quel periodo, forse non è un caso, l’amicizia tra la Trebbiani di Ascoli e la fabrianese Chiavelli. Sembra strano trovare in quel periodo, non solo in Italia ma anche in Europa, una donna con una così familiarità con le armi, ma anche trovare nella stessa persona, un grande amore per la poesia e contemporaneamente per la spada.

Paolo Carnevali (Geronimo 26 dicembre 2013)

Licenza Creative Commons Quest’ opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.

Il Beato Agostiniano Giovanni Becchetti che insegnò nell’Università di Oxford

22 mercoledì Gen 2014

Posted by paolocarnevali in Uncategorized

≈ Lascia un commento

Immagine

 

Il Beato Agostiniano Giovanni Becchetti  da Fabriano all’Università di Oxford

 Il B. Giovanni Becchetti (1350-1420) era famoso in quasi tutta Italia, sia come uomo di cultura e sia come uomo di fede. Era un illustre teologo e filosofo, i biografi lo chiamavano Aristotelico e Platonico, poiché per lui lo studio delle opere di Paltone e Aristotele non aveva segreti. Il gesuita Girolamo Tiraboschi (Bergamo 1731 – Modena 1794, storico) parlava di un libro di Giovanni Becchetti, nel quale cercava di conciliare la filosofia di Platone con le Sacre Scritture. In effetti, nel libro “Rapporti veneto-ungheresi all’epoca del Rinascimento” di Tibor Klaniczay (Budapest 1923-Budapest 1992, studioso Ungherese) del 1975, l’autore diceva che agli inizi del quattrocento fra. Giovanni Becchetti aveva composto un trattato sulla “Concordia Platonis cum S. Scriptura”. Durante la riunione il capitolo generale dell’Ordine tenuta il 24 maggio 1385 a Strigonia (Esztergom è una città dell’Ungheria). Gli viene concesso il primo posto “lectoriae sententiarum” nell’Università di Oxford. Grazie a questa nomina, nel primo anno doveva solo “opponere”, nel secondo “sententias legere”. Dopo tre anni, il Beato Giovanni ha il secondo posto tra i baccellieri, dopo che il frate Giovanni Karvil era divenuto Maestro, nel 1390 è stesso lo diviene. Dopo due anni passati a insegnare all’Università di Oxford, ritorna a Fabriano nel convento Agostiniano. In quel periodo, il suo compito principale era dedicato all’insegnamento, che esercitò anche in altre città, probabilmente insegno all’Università di Perugia e a quella di Bologna. Il professor Sassi scrive che la perdita dei registri dell’ordine, per questo periodo, non ci permette di sapere ,come si sia svolta la sua attività di Professore. Nel 1420 egli ricopriva nel convento di Fabriano la carica di Rettore. Dopo questa data, non si hanno più sue notizie, secondo il Sassi, probabilmente è morto poco dopo il suo parente, fra. Pietro Becchetti.

Paolo Carnevali

Licenza Creative Commons Quest’ opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.

Fabriano, origine storica dei nomi delle porte e molto altro.

20 lunedì Gen 2014

Posted by paolocarnevali in Uncategorized

≈ 1 Commento

Immagine

L’illustre P. Giovanni Scievolini dell’Ordine dei Predicatori (Domenicani) del XVI, nei suoi scritti paragonava la forma della città di Fabriano a uno scorpione. Lo spazio tra le due chele andava dal Borgo fino a S. Agostino, il lato destro del corpo, che si piegava verso l’altro lato, era rappresentato da S. Agostino andando verso il Piano, Porta Pisana e Cervara, mentre quello sinistro andava dal Borgo verso la Rocca per la parte del Giano. La coda dello Scorpione, si trovava ai confini della Città, alla porta del Piano che si restringeva molto, si piegava e andava verso il monte di Civita così da richiamare quella forma. Fabriano aveva quattro porte, una che guardava verso settentrione in direzione di Sassoferrato, chiamata la porta del Borgo, perché prima che fossero allargate le mura (ingrandendo Fabriano su quel lato) dal Sig. Alberghetto Primo della famiglia dei Chiavelli, qui vi era un Borgo di case fuori dalla Città. La seconda, guardava verso Oriente in direzione di Recanati, Camerino e Matelica, era chiamata Porta Pisana. Questo nome gli era stato dato perché era stata costruita da un Podestà di Pisa, che aveva governato con saggezza la nostra Città. La terza prendeva il nome di Porta Cervara, era chiamata così perché ai tempi di Alberghetto Chiavelli una Cerva, che in quel periodo era molto raro vedere, per sfuggire ad alcuni cani che la stavano inseguendo, entrò per quella porta. L’ultima era la Porta del Piano, si chiamava in questo modo perché da quella parte verso l’esterno della Città si vedeva la pianura. Secondo P. Giovanni Scievolini, la maggior parte della ricchezza e dell’abbondanza di Fabriano, si doveva principalmente al fiume Giano, che scorreva attraversando la Città. Questo perché, per produrre il Cuoio nelle conce, per la fabbricazione dei panni e soprattutto per la creazione della Carta serviva l’acqua. Grazie a queste produzioni, che si erano sviluppate sfruttando l’acqua, era nato il commercio, che era il grande guadagno dei Fabrianesi. Evidentemente da quanto scrive l’autore, si può dedurre che a quei tempi la Città di Fabriano, doveva avere anche una ricca e folta comunità di commercianti. Fabriano nel suo territorio non aveva grandi oliveti, per questo faceva arrivare l’olio di cui aveva bisogno da Osimo, da Perugia e da Foligno oltre che da altre località. La nostra Città al suo interno aveva diverse fontane, che erano utilizzate dalla popolazione, la più importante era quella che oggi noi chiamiamo la fontana Sturinalto, essa poteva tranquillamente competere con le altre più famose in Italia. L’autore scriveva di essere venuto in possesso di un antichissimo manoscritto, in cui si narrava che essa fu costruita nell’anno 1087. Poi nel 1351, poiché era in pessime condizioni e doveva essere riparata, il Signor Alberghetto Chiavelli la fece restaurare. L’ultimo restauro fu fatto secondo P. Giovanni Scievolini ai tempi di Sisto IV, ed essa era fatta in marmo, in quel periodo doveva essere molto bella. Il famoso storico dell’arte fabrianese Bruno Molajoli scriveva, che in base allo stile della fontana si poteva dedurre che essa era stata costruita intorno al 1285, prima di quella data, in quel luogo, si trovava un’altra fontana costruita intorno al XI secolo, che poi era stata abbattuta per far spazio a quella nuova. Lo Scievolini parlando della fontana inoltre scriveva: “..l’acqua, che cadendo nel primo catino fa un dolcissimo mormorio, che porge inestimabil diletto a chi l’ascolta: e la bellezza delle acque si scorge stando alle fenestre del palazzo de’ Priori o da altro simile eminente luogo, perché così si appresentano in tutti tre i vasi di questo altiero Fonte..”. La prossima volta che passero davanti alla Fontana penserò a queste parole.

Paolo Carnevali

Licenza Creative Commons Quest’ opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.

Le secrétaire et professeur de Charles II de Naples petit-fils du roi Louis IX de France

18 sabato Gen 2014

Posted by paolocarnevali in Uncategorized

≈ Lascia un commento

Charles II of Naples
Fabriano peut se vanter d’ être le berceau de Leonardo Venimbeni  , un éminent philosophe , astrologue et polyglotte . L’âge de 15 ans, avait déménagé à Paris , et en 1273 , comme il l’écrit prof . Oreste Marcoaldi ,a lu publiquement astrologie à Paris . Il avait une mémoire extraordinaire et pourrait mémoriser et réciter de nombreux textes et des œuvres à la fois sur le plan technique et littéraire . Il parlait dix langues correctement , et bien sûr le “native Italic” . Il a été appelé à Naples en 1287 par Charles II d’Anjou de Naples ( 1254-1309 ) , fils de Charles Ier d’Anjou , petit-fils de Louis IX de France . Dans la ville de Naples , Venimbeni Leonardo di Giovanni est devenu professeur et secrétaire de Charles II et est resté dans la partie jusqu’à sa mort en 1309 . En face du roi Charles II selon l’ensemble Centiloquium de Claude Ptolémée ( astronome , astrologue , géographe du grec ancien deuxième siècle , qui a vécu à Alexandrie , Egypte ) . Le Centiloquium est une collection de cent aphorismes astrologique et il est considéré comme l’une des œuvres les plus importantes de l’histoire de l’astrologie , il n’est pas clair si le travail est vraiment Ptolémée , bien que les savants du Moyen Âge de l’époque comme Venimbeni Leonardo, a estimé qu’il était authentique . Venimbeni Leonardo di Giovanni est mort à Naples en 1310 .

Paolo Carnevali

Licenza Creative Commons Quest’ opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.

Il Dotto Maestro e segretario di Carlo II nipote di Luigi IX di Francia

18 sabato Gen 2014

Posted by paolocarnevali in Uncategorized

≈ Lascia un commento

Charles II of Naples

Fabriano può vantarsi di aver dato i natali a Venimbeni Leonardo di Giovanni, illustre filosofo, astrologo e poliglotto. Egli all’età di 15 anni si era trasferito a Parigi, e nel 1273, come scriveva il prof. Oreste Marcoaldi, lesse pubblicamente astrologia in Parigi. Egli possedeva una memoria fuori dal comune, e riusciva a memorizzare e recitare a memoria numerosi testi e opere sia a carattere tecnico che letterario. Parlava correttamente dieci lingue, oltre naturalmente il “nativo italico”. Venne chiamato a Napoli nel 1287 da Carlo II di Napoli d’Angiò, (1254-1309), figlio di Carlo I D’Angiò, nipote di Luigi IX di Francia. Nella città di Napoli, Venimbeni Leonardo di Giovanni divenne maestro e segretario di Carlo II e vi restò a fianco fino alla sua morte 1309. Davanti a Re Carlo II recitò a memoria tutto il centiloquio di Claudio Tolomeo(astronomo, astrologo,geografo greco antico del II secolo, che visse ad Alessandria d’Egitto). Il centiloquio è una raccolta di cento aforismi astrologici ed essa viene considerata una tra le opere più importanti nella storia dell’astrologia, non è chiaro se l’opera è veramente di Tolomeo, anche se nel medioevo gli studiosi di quel periodo come Venimbeni Leonardo di Giovanni, ritenevano che essa fosse autentica. Venimbeni Leonardo di Giovanni morì a Napoli nel 1310.

Paolo CarnevaliLicenza Creative Commons Quest’ opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.

Les Chiavellis et l’Ordre de Saint-Dominique

13 lunedì Gen 2014

Posted by paolocarnevali in Uncategorized

≈ Lascia un commento

Immagine

La famille de Chiavellis et l’ Ordre de Saint- Domenico

L’une des familles les plus importantes de Fabriano , ceux de Chiavellis , et aidé sostenerono l’ Ordre de Saint- Domenico à Fabriano , tant et si bien qu’ils avaient leur chapelle dans l’église de Saint- Lucie . Pour plus de clarté , il est préférable de commencer par le début et la présence des Dominicains à Fabriano , selon les rapports qui sont parvenus jusqu’à nos jours , remonte à 1297, à ce moment-là pour que les frères de S. Dominic si insediassero dans la ville . La Ville identifié dans ses murs , un espace où construire un monastère et une petite église . Ils ont été conçus par la ville pas moins de 400 livres ( de pièces d’argent ) ,pour d’acheter le terrain où ériger le bâtiment . Le complexe sera construit dans dans le quartier du “Piano” près de l’église de S. Lucie , qui avait été construit dans le but de transférer le culte du saint , de la campagne vers la ville , par les moines bénédictins de l’abbaye de Saint-Ange, situé à Esanatoglia . En 1300, le cardinal Napoleone Orsini ( né à Rome en 1263 environ ) a été envoyé par le pape Boniface VIII ( né à Anagni , 1230 et mort en 1303 à Rome ) comme une limite du Duché de Spoleto et le Mars d’Ancône ( territoire qui comprenait Fabriano ) . Un peu de curiosité , le cardinal Orsini était un ami de Philippe le Bel ( Philippe IV ) , roi de France , tant pour lui accorder une pension annuelle de 1.000 florins ( pièces d’or ) , si nous constatons que le terme «pensions d’or” , qui est souvent utilisé de nos jours , n’est pas exactement moderne . Quand il est devenu le pape Boniface VIII a établi l’Eglise une politique intransigeante, donc il se rangea dans positions marquées contraste avec le pape, d’un groupe de cardinaux qui, préoccupé perte de leur pouvoir en raison des politiques du pape, a fait valoir Philip la Belle. Avec l’amitié du cardinal Orsini et le roi de France  et ses représentants suggère que d’avoir il joué un rôle affaire d’Anagni. Il est dit que le cardinal Napoleone Orsini et Sienne Riccardo Petroni ont essayé de convaincre les gens de Anagni pour permettre Guillaume de Nogaret et Sciarra Colonna à entrer dans la ville d’Anagni à capturer le pape et l’amener à Paris devant le Roi. Cardinal Orsini , dans le rôle de la marque liée Ancône , a décrété que l’ancienne église bénédictine de Saint- Lucie avec ses propriétés telles que : les jardins potagers , un cimetière, des maisons et des espaces ouverts ont été vendus au couvent dominicain . L’Ordre n’a pas réussi immédiatement , de façon permanente , de prendre possession de ces biens en raison des conflits forts et violents qui ont suivi dans cet acte . Seulement avec l’intervention et l’aide de la famille Chiavellis les Dominicains est entré en possession là en permanence . Les Chiavellis permettre l’expansion de l’église dominicaine , il a été appelé par le nom de S. Lucie en 1365 . Les deux églises de la même nom est resté actif jusqu’en 1372 quand celui construit par les Bénédictins a été abandonné et démoli plus tard .

Paolo Carnevali ( Geronimo Publié le 28 Novembre 2013)
Licenza Creative Commons
Quest’ opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.

En primer Centurion y luego comandante de los pretorianos

13 lunedì Gen 2014

Posted by paolocarnevali in Uncategorized

≈ Lascia un commento

Praetorian CohIII
Cayo Cesio Silvestre centurión heroica de Tuficum , ahora en el territorio del Municipio de Fabriano, después de haber sido centurión en diferentes legiones : legionis Augustae II, IIII legionis Flaviae Firmae , legionis gallicae III , VI legionis Ferratae , legionis XXX Ulpae Victricis , se convirtió en ” primipilare ” legión, en la práctica, era el jefe del primer centurión de la primera cohorte , que es la cabeza de todos los centuriones de la legión. Este término se puede traducir como ” el coronel “. Fue entonces prefecto del campamento de la cuarta legión Flavia ( Flaviae Firmae ) ” praefecto castrorum legionis III Flaviae Firmae . ” En la práctica, ha luchado en todo el mundo entonces conocido de Gran Bretaña a Mesia , Siria , Alemania , ha participado en las dos guerras actuales ordenados por el emperador Trajano contra Dacia y los ha conseguido los “dona militaria” fueron los premios otorgados a los soldados o valientes oficiales militares , se pueden comparar las medallas que se otorgan por actos de heroísmo de los soldados y oficiales de los ejércitos de hoy. Él llevó a cabo el papel de Prefecto de la pretoriana fue nombrado personalmente por el emperador , en la práctica , tenía el mando de la guardia pretoriana en Roma. La seguridad de Roma y la familia imperial fue confiada a él y su guardia pretoriana . Después de su carrera militar tuvo varios cargos administrativos . Paolo Carnevali

 

Licenza Creative Commons
Quest’ opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.

La famiglia dei Chiavelli e l’Ordine di S. Domenico

13 lunedì Gen 2014

Posted by paolocarnevali in Uncategorized

≈ Lascia un commento

Immagine

La famiglia dei Chiavelli e l’Ordine di S. Domenico

Una delle più importanti famiglie fabrianesi, ovvero quelle dei Chiavelli, aiutarono e sostenerono l’Ordine di S. Domenico a Fabriano, tanto che ebbero la loro cappella gentilizia nella Chiesa di S. Lucia, gestita a quel tempo dai domenicani. Per chiarezza è meglio partire dall’inizio; la presenza dei Domenicani a Fabriano, in base alle notizie che sono giunte fino ai giorni nostri, risale al 1297, in quel periodo per far si che i frati di S. Domenico se insediassero nella Città. Il Comune individuò entro le sue mura, un’area, dove far costruire un monastero e una piccola chiesa. Furono destinate dal Comune ben 400 libre (monete di argento), di ravennati e anconetani, per l’acquisto dell’area, dove erigere la costruzione. Il complesso sarebbe sorto nel borgo del Piano vicino alla Chiesa di S. Lucia, che era stata costruita con lo scopo di trasferire il culto della Santa, dalle campagne alla Città, da parte dei padri Benedettini dell’Abbazia di Sant’Angelo, situata presso Esanatoglia. Nel 1300 il Cardinale Orsini Napoleone (nato a Roma circa nel 1263) fu inviato da Bonifacio VIII (nato ad Anagni, 1230, morto nel 1303 a Roma) come legato del Ducato di Spoleto e della Marca anconetana (territorio che comprendeva anche Fabriano). Una piccola curiosità, il Cardinale Orsini era amico di Filippo il Bello (Filippo IV) re di Francia, così tanto da concedergli una pensione annua di 1000 fiorini (in monete d’oro), scopriamo così che il termine “pensioni d’oro”, che spesso si usa oggi giorno, non è proprio moderno. Il Cardinale Orsini, nel ruolo di legato della Marca anconetana, decretò che l’antica Chiesa benedettina di S. Lucia con le sue proprietà ovvero: gli orti, il cimitero, le case e gli spiazzi fossero ceduti al Convento dei Domenicani. L’Ordine non riuscì subito, in modo definitivo, a entrare in possesso di questi beni per via dei forti e violenti contrasti che seguirono a quest’atto. Solo grazie all’intervento e l’aiuto della famiglia dei Chiavelli i domenicani vi entrarono in possesso definitivamente. I Chiavelli consentiranno l’ampliamento della chiesetta domenicana, essa fu chiamata con il nome di S. Lucia nel 1365. Le due chiese omonime restarono attive fino al 1372 quando quella edificata dai benedettini fu abbandonata e poi demolita.

Paolo Carnevali (Pubblicato su Geronimo il 28 Novembre 2013)

 

 

Licenza Creative Commons
Quest’ opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.

← Vecchi Post

Articoli Recenti

  • Ipotesi sulle origini della Carta di Fabriano
  • Storia delle Marche un tempo autonoma ed indipendente
  • L’Ultimo giorno di Carnevale
  • I Fraticelli: Eretici o vittime dell’Inquisizione.
  • Medicina e Medioevo: Abazie,Acque e Serpenti

Archivi

  • gennaio 2018
  • ottobre 2017
  • febbraio 2017
  • ottobre 2016
  • agosto 2016
  • aprile 2016
  • marzo 2016
  • febbraio 2016
  • gennaio 2016
  • dicembre 2015
  • agosto 2015
  • giugno 2015
  • maggio 2015
  • febbraio 2015
  • gennaio 2015
  • dicembre 2014
  • novembre 2014
  • ottobre 2014
  • settembre 2014
  • agosto 2014
  • luglio 2014
  • giugno 2014
  • maggio 2014
  • aprile 2014
  • marzo 2014
  • febbraio 2014
  • gennaio 2014
  • dicembre 2013
  • novembre 2013
  • ottobre 2013
  • agosto 2013
  • luglio 2013
  • giugno 2013
  • maggio 2013
  • aprile 2013
  • marzo 2013
  • febbraio 2013
  • gennaio 2013
  • dicembre 2012

Categorie

  • Uncategorized

Meta

  • Registrati
  • Accedi
  • RSS degli articoli
  • RSS dei commenti
  • WordPress.com

Categorie

  • Uncategorized
Annunci

Crea un sito o un blog gratuitamente presso WordPress.com.

Annulla
Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie da WordPress.com e dai partner selezionati.
Per maggiori informazioni e per scoprire come effettuare la rimozione o il blocco, consulta: La nostra informativa sui cookie